Beijing Graffiti è una raccolta dei più significativi graffiti prodotti dagli artisti di Pechino, insieme con interviste agli autori. Il libro è opera di due autori: Tom Dartnell, esperto di graffiti e writer a sua volta, e Liu Yuan Sheng, noto anche come “Liu Laoshi”, che dal 2004 fotografa i muri di Pechino.
Secondo Dartnell i graffiti hanno iniziato a comparire in Cina alla fine degli anni '90 grazie ad Internet. I primi appassionati si sono avvicinati a questa forma espressiva in modo indiretto, guardando le acrobazie degli skater o le esibizioni dei rapper. Hanno quindi iniziato a disegnare in modo autonomo, affinando poi la loro tecnica collaborando con writers occidentali di passaggio in Cina.
Le opere dei primi writers risentono molto dell'influenza occidentale. Questo è evidente ad esempio nei disegni dei Beijing Penzi o Beijing sprayers, la più antica squadra di writers di Pechino. I loro lavori sono quasi del tutto privi di qualsiasi elemento tipicamente cinese, e potrebbero essere dipinti sui muri di qualsiasi città, cinese o meno. Le cose stanno però cambiando.
La cultura dei graffiti si sta adattando al contesto sociale di Pechino e sta contaminandosi con elementi locali. Iniziano così a comparire opere fortemente connesse con il territorio, sia per quanto riguarda i temi, sia per quanto riguarda la scelta di usare gli ideogrammi.
I graffiti si basano essenzialmente sul lettering. Tuttavia inizialmente i writers hanno usato l'alfabeto occidentale piuttosto che i segni cinesi, ed è solo negli ultimi tempi che gli ideogrammi stanno comparendo sui muri di Pechino. Un segnale importante che testimonia la vivacità della comunità cinese e la maggiore fiducia che i writers stanno acquistando nelle loro capacità espressive.